Distrofia

DISTROFINA
Distrofina: è la proteina che fa parte di un complesso di proteine che connette il citoscheletro di una fibra muscolare alla matrice extracellulare circostante attraverso la membrana cellulare.

La sua mancanza è una delle cause della distrofia muscolare. 

Nella distrofia muscolare di Duchenne il gene che codificaper la distrofina è situato sul cromosoma x, al locus Xp21.2. E’ il gene più grande che si conosca in natura.
Il tessuto normale contiene piccolequantità di distrofina (0,002% del totale delle proteine muscolari), ma la sua assenza porta sia alla distrofia muscolare di Duchenne che alla fibrosi, una condizione di indurimento del muscolo. Una diversa mutazione dello stesso gene determina una distrofina difettosa che porta alla distrofiamuscolare di Becker. La distrofina è il più lungo gene finora conosciuto.
Da questi segnali è possibile eseguire un’esame del sangue alla ricerca della creatinfosfochinasi (cpk), un’enzima che è presente nel muscolo e la cui presenza nel sangue è l’indice di degradazione muscolare in atto. Non è detto tuttavia che dipenda solo dalla distrofia muscolare, è per questo che l’iter diagnostico non si ferma qui ma va ulteriormente approfondito con altre indagini.


DISTROFINA: A COSA SERVE

La distrofina è una proteina di 3685 aminoacidi, presente nel tessuto muscolare, sintetizzata nell’organismo da un gene scoperto nel 1986 nel cromosoma x. La distrofina è una proteina fondamentale per la stabilizzazione alla membrana cellulare della fibra muscolare, per cui si presume che la sua assenza, in pazienti affetti da distrofia muscolare progressiva, causi una rottura della membrana per indebolimento della stessa, e che ciò dia il via ad una cascata di eventi che portano alla morte delle fibre muscolari.


Distrofina: comportamento intelligente

distrofinaNelle persone affette da distrofia muscolare di Duchenne si assiste alla morte progressiva delle fibre muscolari, prima a livello delle gambe e braccia, poi anche a carico di cuore e apparato respiratorio; questo perchè a causa di un difetto genetico le cellule non sono in grado di produrre la distrofina, proteina localizzata sulla superficie delle cellule muscolari in associazione con una serie di altre proteine.
Fino ad oggi si pensava che la distrofina svolgesse un ruolo puramente meccanico, cioè che la sua assenza rendesse la membrana più fragile a ogni contrazione e più permeabile a fattori tossici esterni.  Con il tempo questo fenomeno porta alla morte delle fibre muscolari e di conseguenza all’instaurarsi di un processo infiammatorio cronico, che a poco a poco sostituisce il muscolo con vere e proprie cicatrici di tessuto fibroso incapaci di contrarsi.
Accanto a questo ruolo strutturale, la distrofina ha anche una funzione più sofisticata, quella di controllare l’attività di altri geni che hanno un ruolo rilevante nella sviluppo della malattia. Si tratta di geni che contengono le informazioni per piccoli RNA (microRNA) capaci di controllare in modo molto preciso alcuni fenomeni rilevanti nella patogenesi della distrofia, quali lo stress ossidativo e la fibrosi. Ad esempio topi distrofici trattati con una terapia in grado di ripristinare soltanto il 10% della quantità fisiologica di distrofina sono stati bene anche dopo due anni. Quella piccola quantità di proteina è infatti sufficiente per ripristinare livelli normali di microRNA e quindi un corretto controllo di geni responsabili della fibrosi e dello stress ossidativo.
E’ stato quindi identificato il processo attraverso cui la distrofina è in grado di accendere specifici geni necessari per mantenere in salute i muscoli. Quando questo ruolo dirigenziale viene meno, la cellula muscolare si ammala progressivamente.
Una volta compreso meglio il funzionamento di questi piccoli RNA si potrà valutare il potenziale terapeutico, cioè se possono essere utilizzati come farmaci intelligenti in grado di mettere le cellule muscolari sulla strada giusta. Farmaci di questo tipo avrebbero infatti il vantaggio di agire in maniera molto specifica e di esercitare un effetto anche in piccole quantità. Bisogna però trovare una modalità di somministrazione specifica per far agire queste molecole solo nelle cellule muscolari.

La strada giusta verso la terapia della distrofia muscolare di Duchenne passa necessariamente per un approccio combinato, che affianchi più trattamenti capaci nell’insieme di mantenere sane le cellule muscolari e per far sì che raggiungano il corretto livello di maturazione.


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